Manifestare la tristezza rende più forti

Non tutte le emozioni sono accettate allo stesso modo. Quella più ampiamente accettate sono la felicità, la fiducia e il successo. Anche se il più delle volte dobbiamo fingere di esserlo perché ci hanno detto che esprimere felicità è un modo sicuro di guadagnare amici e ammiratori.
Tuttavia, l’emozione più sentita e condivisa è la paura. Tutti hanno paura di qualcosa: perdere il posto di lavoro, affrontare qualcuno che ci ha fatto arrabbiare e via dicendo. Senza contare la paura quotidiana che ci viene trasmessa dai media.
Un’altra emozione, ampiamente sentita e praticata quotidianamente dai più, anche se si fatica ad accettarla, è la rabbia. Sia che si tratti di stare in mezzo al traffico, sgridare un figlio per un’azione sbagliata, o imprecare contro un collega incompetente, la rabbia è, ancora una volta, un sentimento accettato come del tutto normale.
Una emozione che rimane più interiorizzata, raramente manifestata, ma che è regolarmente sentita è il disgusto. Anche quando il disgusto è espresso, nella maggior parte dei contesti, è solitamente accetato.
Tutt’altra storia è la tristezza, che viene il più delle volte alienata, presa di mira e perseguitata se espressa ampiamente. Espressioni esteriori di tristezza come i crolli e il pianto, sono considerati segni di debolezza e di insicurezza. È ingiusto che la nostra cultura metta questo sentimento in una scatola così stretta. È dannoso, ingiusto e malsano per l’esperienza di vita umana.
Le persone che non hanno paura di esprimere la loro tristezza, infatti, sono molto più sani di mente di coloro che la sopprimono. Ecco perché:
1. Non hanno paura delle loro emozioni.
Se sei stato sopraffatto dalla gioia, vuoi nascondere il tuo sorriso? Se vedi le interiora di un gatto sull’asfalto, vuoi nascondere il tuo disgusto? Se qualcuno ruba la tua ultima birra ghiacciata, vuoi nascondere la tua rabbia? Se vieni assalito da un rapinatore, vuoi nascondere la tua paura? Penso che la risposta a tutte queste domande sia No.
Quindi se sei triste perché non dovresti piangere? Perché negarti il diritto di essere triste?
Le persone che ignorano la tristezza perdono una parte importante della vita. Essere tristi, o piangere, non è un segno di debolezza, è segno che sei un essere umano e avere sentimenti diversi da quelli che ti hanno detto di essere i più appropriati da mostrare in pubblico è un tuo diritto.
2. Usufruiscono delle proprietà curative delle lacrime.
I condotti lacrimali rilasciano lo stress, l’ansia, il dolore, la frustrazione e liberano cervello e corpo. È quella pulizia di anima e mente che le arricchisce, quasi come uno scarico per l’accumulo di emozioni negative che derivano dallo stress. Le proprietà curative delle lacrime non sono limitate alle lacrime tristi, ma anche a quelle di gioia. In entrambi i casi si ha a che fare con emozioni estreme. Non permettere alle emozioni estreme di uscire può essere molto pericoloso sia fisicamente che mentalmente.
Oltre ad essere la migliore soluzione per scaricare un po’ di stress, le lacrime sono in grado di rilasciare molte tossine, contribuendo a migliorare la vista, e possono uccidere il 95% dei batteri in soli 5 minuti.
3. Sanno che il pianto ha una funzione terapeutica.
Recenti studi psicologici hanno stabilito che il pianto stimola il rilascio di endorfine, gli ormoni del “sentirsi bene”, che fungono anche come antidolorifico naturale. Piangere può abbassare i livelli di manganese, una sostanza chimica che, quando sovraesposta, può esasperare il cervello e il corpo.
Anche se il problema potrebbe persistere anche dopo aver buttato fuori i sentimenti negativi, questa azione permette di pensare più chiaramente e non essere sopraffatti dal problema.
4. A loro non importa delle aspettative sociali.
Spesso il pianto viene classificato dagli altri come instabilità o bisogno di catturare l’attenzione. Se poi a piangere è un uomo, la situazione peggiora, in quanto viene messa in discussione anche la sua virilità. Tutte queste generalizzazioni incoraggiano, entrambi i sessi, ad annegare la loro tristezza nel profondo dell’anima, inconsapevoli del danno che stanno provocando a loro stessi.
Anche se la battaglia è dura, sono molte le persone che stanno combattendo per vincere questi vincoli sociali. Quelli che dimostrano la propria tristezza pubblicamente non solo sono i più coraggiosi, ma anche i più attivisti per rendere la società più emotivamente sana.
5. Invitano gli altri a non scappare dai propri sentimenti.
Quando permettiamo a noi stessi di essere tristi, stiamo anche incoraggiando gli altri a non reprimere i loro sentimenti. Sapere che non si è soli a provare certe sensazioni è emotivamente liberatorio, e in casi estremi, può salvare la vita.
Per curare seriamente la salute mentale, non bisogna solo avere il coraggio di iniziare una terapia e prendere dei farmaci, ma bisogna imparare ad apprezzare la capacità biologica di piangere e sfruttare al massimo questo naturale mitigatore di ansia.
Conclusione?
Il pianto non deve essere percepito come un segno di debolezza, ma come segno di consapevolezza e forza interiore.