I danni dell’abbronzatura “selvaggia”

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Da anni medici e studiosi ci ripetono che i danni provocati dal sole sulla pelle sono molto più numerosi dei loro reali benefici, tutti ne hanno sentito parlare ma molti non ne hanno ancora preso coscienza.
Purtroppo la colpa va imputata, ancora una volta, ai sbagliati canoni di bellezza che la nostra bella società ci propina giorno dopo giorno, aumentando la sua flotta di seguaci.
Tuttavia, negli ultimi due anni molte persone scelgono di mantenere il candore dei mesi invernali anche nella bella stagione, a causa della tendena modaiola lanciata dalla cantante Madonna che si è presentata in spiaggia completamente coperta da capo a piedi per evitare che il sole tradisca la sua vera età.

Tralasciando il mio compiacimento per essere stata finalmente raggiunta dalla tendenza del color mozzarella, che ho preceduto da 5 anni a causa di una brutta infezione presa su uno scoglio e contornata da un bel cazziatone del dermatologo, sfatiamo, una volta di più, che l’abbronzatura non è sinonimo di pelle sana, nè ci fa apparire più giovani e belle, al massimo più “fashion”, ma a quale costo? E’ bene rinfrescare la memoria prima di scendere in spiaggia, e mettere nella borsa mare oltre all’olio abbronzante anche un po’ di buon senso.

L’abbronzatura che tanto agogniamo non è altro che il risultato di un meccanismo di difesa della pelle esposta al sole. Vi siete mai chiesti per quale motivo una persona di 40 anni che, per ragioni lavorative o meno, passa molte ore al sole sembra più vecchia di un sua coetania che lavora in un ambiente chiuso? Perchè lavora di più. Sbagliato. Perché è più esposta al sole e ai raggi UVA. I raggi UVA, pur non provocando evidenti scottature, provocano una degenerazione delle fibre elastiche e del collagene che porta la pelle a perdere la sua elasticità e compattezza accelerando il processo di invecchiamento.

L’esposizione prolungata al sole non ci mette solamente a rischio di brutte scottature, ma anche di eruzioni cutanee come eritemi e herpes di vario genere, che nei casi più gravi possono arrivare alla produzione di tumori locali. Inoltre l’esposizione prolungata aumenta il rischio dei tumori quali melanomi,carcinoma spino cellulare, carcinoma baso cellulare. Non vengono risparmiati neppure gli occhi, aumentando il rischio di cataratta se non protetti da occhiali da sole dotati di filtro UV integrale che ne riducono il rischio.

E i capelli? Se pur una moderata esposizione al sole può risultare curativa per l’alopecia areata, una eccessiva esposizione può, al contrario, accelerare la perdita dei capelli, è bene dunque coprire le zone della testa più diradate.

Qualcuno è più a rischio di altri. Oltre ai bambini e agli anziani, i soggetti più a rischio sono quelli con la carnagione troppo chiara, con molti nei, con la pressione troppo bassa o troppo alta, chi è in uno stato di stress elevato o di forte stanchezza fisica.

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